Il nostro piccolo amico giallo non la smetteva di lamentarsi
del fatto che finiva sempre sul fondo della vasca da bagno così Blake, il suo
fratellino dalle gommose piume corvine, decise (come regalo di natale) di
presentagli Quack-Quack Sensei e pagargli una lezione di kung-fu affiché Yellow potesse migliorare le sue capacità.
Quack-Quack Sensei era un maestro molto severo. La legenda
narra che non avesse mai sorriso, nemmeno da piccino. Alcuni dicono che nacque
durante una tempesta e con il suo primo vagito la fermò.
Ogni parola che fuoriusciva dal suo becco era una perla di
saggezza, poteva uccidere con un sopracciglio, i nemici si scioglievano dinnanzi
a lui: lui era Quack-Quack Sensei l’immenso.
Yellow gli spiegò brevemente quale era il suo problema.
“Spesso si incontra il proprio destino sulla via che si
intraprende per evitarlo[1]” gli rispose il
grande maestro “devi sopportare e migliorarti in tutti gli ambiti poiché l’albero
più rigido si spezza facilmente mentre il bamboo o il salice sopravvivono perché
si piegano assecondando il vento[2] e tu devi riconoscere, infondo al tuo
cuore, che il fallimento è la chiave per il successo: ogni errore ci insegna
qualcosa[3]”. Da qualche
parte tra il bamboo, il salice, le betulle, l’olmo il ginepro ed il rosmarino,
Yellow si addormentò. Aveva supervisionato le prove per la recita di Natale per
tutta la notte ed era davvero stanco. La voce di Quack-Quack Sensei era mitigata
e piacevole, come una ninna nanna per le sue orecchiette gommose.
Ad un certo punto, Yellow aprì gli occhietti e Quack-Quack
Sensei lo stava guardando arrabbiato. Nessuno aveva mai osato addormentarsi in sua presenza. Gli
occhi del maestro bruciavano di rabbia e Yellow era un pochino intimorito.
Comunque sia, Yellow aveva visto tutti i film di Bruce Lee, lui conosceva il kung-fu.
Il maestro sbuffò “Sono stato pagato per una lezione e sono
una papera di parola mio piccolo kohai Yellow. Dal momento che i migliori
insegnanti sono quelli che ti dicono dove guardare ma non cosa cercare[4], questa è la mia
lezione: la tua mente è come l’acqua” e dicendo questo lo fiondò nella vasca
quasi vuota “quando è agitata è difficile vedere ma se gli permetti di
calmarsi, la risposta si palesa[5]. ”
Yellow si chiedeva quale fosse la domanda la cui risposta
avrebbe trovato sul fondo della vasca ma, per una volta, se ne stette in
silenzio.
Tanto per la cronaca, non c’era niente scritto sul fondo
della vasca. Probabilmente non aveva capito la
battuta.
Morale della favola: se è scritto sulla sabbia o sul fondo della vasca o
dovunque ci sia acqua, non vi affaticate a cercare le risposte. L’acqua le avrà
lavate via.
Nessun commento:
Posta un commento